AGOSTO 2019 – UN’ESTATE CALDA – CRISI DI GOVERNO
Da Trump a Putin al Papeete beach, una crisi di governo bizzarra, dove le motivazioni quasi mai sono quelle più comprensibili.
Dalle dichiarazioni di Salvini di inizio agosto, abbiamo atteso l’evolversi degli eventi prima di esprimerci su una crisi che merita importanti riflessioni.

Una crisi apparentemente iniziata sulle spiagge di Papeete dove l’inno d’Italia, stravolto in versione discoteca con cubiste succinte, inebrianti quanto il mojito, ha fatto rabbrividire gli Italiani, non avvezzi a questa politica fatta di gossip, trash e blasfemia.
E’ stata un’estate calda, infuocata da notizie manipolate ad arte, da media e social, al soldo dell’uno e dell’altro partito, in una guerra mediatica che ha portato il Governo in una crisi forzata quanto surreale.
Salvini, ha saputo sfruttare il suo ruolo ministeriale per proseguire la sua campagna elettorale, ripetendo il suo mantra a 360 gradi su social, piazze e spiagge.
E’ stato molto abile nel convincere gli Italiani che l’unico vero problema della nazione fosse l’immigrazione clandestina, spingendo slogan come “prima gli italiani” e poi “il governo del si” o “basta con i no”.
La sua potenza mediatica, è stata tale da riuscire a nascondere quanto il Governo stesse facendo di buono nei confronti della popolazione più debole, dell’economia della piccola e media impresa, dei truffati dalle banche, della giustizia e della lotta alla corruzione.
Talmente bravo da impossessarsi, agli occhi degli Italiani, anche di provvedimenti non suoi nel momento in cui si fossero dimostrati efficaci.
Il Movimento 5 Stelle ha la colpa di essere stato responsabile di aver cercato di mediare con la diplomazia il bullo, il bambino prepotente che, ad un certo punto, scontento di tanta democrazia, ha cercato la rivalsa invocando il voto del Popolo sovrano, per avere pieni poteri.
Accompagnato dai suoi pari, come la Meloni ed i suoi sgherri, che sempre sui social, istigano al voto i cittadini richiamando la sovranità del popolo a colpi di tweet.

La Costituzione Italiana afferma in maniera chiara e limpida:
Art. 1 – “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.“
Art. 92 – “…Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.”
Per la Costituzione Italiana, quindi, il popolo esprime la sua sovranità nel rispetto delle forme che la Costituzione stessa prevede. Il governo è costituito dal Presidente del Consiglio e dai Ministri, nominati dal Presidente della Repubblica, i quali prestano giuramento davanti ad esso ed ottengono la fiducia delle Camere.
Art.94 – “Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.”
Viene da sé che chi giura di rispettare la Costituzione Italiana, non può invocare la crisi di governo dalla spiaggia di Papeete, pensando di non insultare le istituzioni che rappresenta e gli italiani stessi.
Il Presidente del Consiglio invece, ha il merito di aver portato la crisi nel suo luogo naturale, il Parlamento, nella massima trasparenza.
Il Partito Democratico in questo tempo è stato a margine, chiuso in una opposizione inefficace e mirata a colpire il nemico comune dei partiti, ovvero il Movimento 5 Stelle, a volte persino accarezzando la Lega, come nel voto a favore del TAV.

Il Movimento 5 Stelle non è stato affatto il movimento del NO, piuttosto ha dovuto rivedere responsabilmente tutti i NO precedenti, trasformandoli in NI ed in SI.
I partiti hanno ulteriormente sfruttato il suo senso di responsabilità in maniera denigratoria, cercando di disegnarci come traditori dell’elettorato, mentre era solo impegnato a curare gli interessi di tutti gli Italiani.
In questo caos, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stata una figura imparziale e corretta che ha sempre mediato ai pasticci, causati in particolare dall’esuberanza della propaganda del vice Premier leghista, che ha spesso invaso ruoli degli altri Ministeri facendo credere che fosse l’unico davvero interessato al paese.

Eppure da un trasformista, prima comunista padano poi neofascista italico, che si è spogliato della veste secessionista per indossare quella del sovranista, che cambia abito a seconda dell’ambiente in cui si trova, che non è riuscito ancora ad indossare l’abito talare solo perché non gli fanno fare un comizio in chiesa (ma il rosario lo usa abilmente al momento propizio), insomma da uno che è in politica da 30 anni, così scaltro da saper trasformare un partitino con percentuali ad una cifra a primo partito in Italia, non ci saremmo mai aspettati una operazione così goffa, tanto da sgretolare in pochi giorni il lavoro così scientemente costruito in un anno.
Deve esserci stato un fattore esterno dirompente.
I media e lo stesso Salvini vogliono farci credere che sia colpa di un Governo che lo frena, lo frena sulla chiusura dei porti, sullo sviluppo economico, un governo dei NO.
Bugie! Solo fumo agli occhi!
La realtà è che da quando si è insediata la Lega, come i vecchi partiti, ha posizionato di forza le sue pedine in tutti i punti strategici della politica del paese, per poter fare i propri comodi nella “sua” politica economica, ed è qui che ha trovato qualche NO.
Ha trovato Ministri che, correttamente, ostacolano le politiche degli interessi personali, non consentendo quelle operazioni per le quali servirebbero i “pieni poteri”.

Per non parlare della politica estera folle, tendente ad un isolamento dall’Europa tendendo una mano a Trump ed una a Putin.
Salvini si allinea alla politica USA su Iran, Venezuela e Cina per finire immediatamente nella vicenda russiagate che gli rende difficile il ruolo di mediatore atlantico.
Risultato? l’isolamento della Lega in Europa, nella quale invece il Movimento 5 Stelle riesce a mantenere la credibilità necessaria.
Se non fosse stata la politica estera a convincere Salvini a staccare la spina, potrebbe essere stato il fronte interno alla Lega, per la difficoltà a portare avanti la partita sull’autonomia delle regioni del nord. Il vero traditore della Lega è stato proprio Salvini, rimuovendo il Nord dal simbolo, per il solo scopo di prendere voti nel resto d’Italia, ma la Lega rimane Lega Nord ed il suo direttivo è lì che ha i principali interessi.

E seppure riusciamo a vedere solo Salvini, dietro ci sono i grandi manovratori come Giorgetti che stanno lavorando alacremente da tempo su nuovi equilibri post governativi.
Al solito i nodi ed i giochi di palazzo vengono al pettine ed a rimetterci sono gli italiani che non riescono ad avere un quadro chiaro, in quanto bombardati dalla falsa informazione.
Oggi in questo stato di crisi il Movimento 5 Stelle ha deciso di proseguire l’incarico di Governo, trovando nuovi possibili equilibri, per un puro senso di responsabilità, anche a costo di perdere ulteriori consensi.
L’Italia non merita e non si può permettere di tornare al voto oggi, principalmente per un motivo economico. Vi sarebbero ripercussioni gravi e sarebbe tutto da rifare, in mezzo abbiamo migliaia di famiglie in precarietà, pensiamo già solo ai lavoratori della Whirpool e dell’ex Ilva.
Vanno portate ancora a termine delle importanti leggi sulla riduzione dei costi della politica e della giustizia. Già, guarda caso, a settembre si sarebbe votata la legge che elimina la prescrizione dopo il primo grado nei processi, quanti politici la temono?
Si ripropone quindi, come un anno fa, la consultazione con il Partito Democratico, in quanto non ci sono altre forze politiche in Parlamento con le quali costituire una maggioranza relativa che possa governare.
E’ vero, abbiamo detto mai con il PD, allo stesso modo di come dicevamo mai con la Lega.
Ma a chi grida all’inciucio, vogliamo ricordare che è a causa di questa legge elettorale che hanno votato tutti gli altri proprio per evitare che il Movimento 5 Stelle andasse al Governo da solo, che siamo costretti a digerire un dialogo con i partiti che abbiamo sempre combattuto, ed aggiungo che il dialogo fa parte della democrazia sancita dalla nostra Costituzione in un contesto di espressione di rappresentatività proporzionale.
Siamo coscienti che nel PD ci siano molte anime che vogliono sfruttare la situazione a proprio favore.
I renziani spingono per qualsiasi accordo, allo scopo di rimanere in parlamento ed andare al governo.
Zingaretti invece, vorrebbe andare ad elezioni proprio per far fuori Renzi ed i suoi seguaci, ma non può farlo contro la volontà dell’assemblea e quindi cerca di mettere paletti per fare si che sia il Movimento 5 Stelle a non accettare.
Il segretario del PD sta mettendo il veto su Conte, sa che è l’unico punto sul quale il Movimento 5 Stelle non vuole cedere e secondo me ne teme piuttosto le virtù che offuscano quelle di qualsiasi uomo politico attuale.
A breve sapremo se un accordo ci sarà, il nostro auspicio è che non si ceda sulla scelta di Conte e sulla guida del Movimento 5 Stelle a cui, una maggioranza ampia di elettori, nel 2018, ha dato l’onore e l’onere di governarli verso un cambio di passo.

Spero che il Partito Democratico si comporti con la stessa responsabilità del Movimento 5 Stelle, per il bene della Nazione e metta da parte le sue guerre interne ed i suoi interessi. Trovando una quadra sui programmi e le attività di governo, piuttosto che sulle persone e le poltrone, ne potrebbe uscire solo migliorato.
